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Come è nato l’ufficio e come si è evoluto

Per millenni le persone si sono alzate dal letto, hanno camminato lungo una strada e si sono ritirate in una stanza per lavorare. Chiamalo studio, studiolo, stanza da lavoro, gabinetto di lavoro o ufficio. In ogni caso stai parlando della stessa cosa: l’ufficio. Ma che cos’è l’ufficio? L’ufficio è la stanza di lavoro dove si svolge una particolare mansione.

Oggi, raccontare e riflettere sulla storia dell’ufficio è un modo per capire in che modo è cambiato il nostro modo di lavorare. Come certamente immaginerai, la storia dell’ufficio ha a che fare con la nostra cultura, l’evoluzione tecnologica e le relazioni sociali.

Come è nato l’ufficio

Ci sono prove che suggeriscono che i primi uffici sono nati nell’antica Roma come spazi in cui venivano condotti lavori “ufficiali”. In realtà, per capire come è nato l’ufficio bisogna considerare fenomeni su larga scala: l’evoluzione dei governi, la nascita delle società commerciali, l’evoluzione delle religioni. Questi aspetti, per essere compresi fino in fondo, richiedono l’esame di fonti e documenti con estrema perizia.

Gli uffici degli amanuensi

Lasciando questo compito agli storici, per il momento in questo articolo ci accontentiamo di cominciare la storia dell’ufficio dall’epoca medievale. In questo periodo storico, che va dal 300 d.C. al 1400 d. C. circa, nasce il monachesimo. Furono proprio i monaci medievali, dapprima nati come ordini di eremiti per poi riunirsi nei conventi, che crearono delle stanze e degli spazi progettati specificatamente per attività sedentarie: queste, a guardarle bene, non erano tanto diverse da quelle che svolgiamo oggi con l’aiuto dei computer.

Le prime stanze di lavoro d’ufficio

I monaci, infatti, si dedicarono con estremo rigore e impegno all’attività di copia e di studio dei manoscritti: nacquero i cosiddetti amanuensi. Forse non lo sai, ma prima della diffusione della stampa, i libri erano diffusi grazie a chi, per mestiere, ricopiava testi e manoscritti a servizio di privati o del pubblico.

Solitamente, l’ufficio dei monaci amanuensi era una stanza molto grande e i monaci copisti condividevano lo spazio con i loro colleghi. Ogni monaco aveva a disposizione uno scrittoio inclinato, molto simile a quei tavoli da disegno che oggi  utilizzano gli architetti e gli ingegneri.

Per farsi un’idea di come poteva essere la stanza di lavoro di un monaco, possiamo prendere come esempio alcune delle celebri scene del film Il nome della rosa, trasposizione cinematografica del romanzo dal titolo omonimo di Umberto Eco.

ufficio medievale maestri copisti amanuensi

Come si può vedere nell’immagine, queste prime stazioni di lavoro comprendevano una scrivania, una sedia, un leggio e degli scaffali.

 

L’ufficio del Rinascimento

L’esigenza di una stanza di lavoro privata, dove poter meditare e lavorare in pace senza distrazioni, si fece sentire sempre di più in epoca umanistico-rinascimentale. Il Rinascimento vide l’affermarsi di un nuovo ideale di vita, che contribuì al rifiorire degli studi umanistici e delle belle arti. In altre parole, letterati, poeti, scienziati si diedero un gran da fare tra il ‘300 e il ‘500.

In epoca rinascimentale  si diffusero principalmente gli studi privati, arredati con grande cura. Il letterato e l’umanista di turno avevano a disposizione intere biblioteche e stanze per studiare. Alcuni studiosi provenivano da famiglie nobili e potevano permettersi di creare una biblioteca personale, che all’epoca era un vero lusso (basti pensare che il costo di un libro si attestava, prima della nascita della stampa, sul prezzo di qualche migliaia di euro!), con annesso lo studiolo. Chi non poteva permettersi questo lusso sperava nella protezione di un familiare nobile, che gli avrebbe garantito un vitto, un alloggio e tutto il necessario per lavorare.

L’ufficio tra il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo

Tra il Medioevo e il Rinascimento, la maggior parte delle persone lavorava da casa. Ma, come sostiene Witold Rubczynski nel libro intotalo In Home: The Short History of an Idea, il Diciassettesimo secolo rappresentò una svolta.

Con la diffusione delle cariche di avvocati, dipendenti pubblici e altri tipi di cariche, i nuovi professionisti iniziarono a lavorare negli uffici di Amsterdam, Londra e Parigi. Ciò portò inevitabilmente a una distinzione culturale tra l’ufficio (associato al lavoro) e l’abitazione privata (associata al comfort, alla privacy e all’intimità).

 

Uffici e studi domestici nel Diciannovesimo secolo

 

Gli uffici dei grandi banchieri e degli imprenditori

Nel Diciannovesimo secolo, dinastie bancarie come Rothschild e Barings ricevevano i clienti nelle loro ville lussuose. Le ville avevano delle sale riservate, pensate per far sentire i clienti a proprio agio.

E, anche dopo che l’ufficio fu fondato negli anni ’60, Hugh Hefner gestiva il suo impero Playboy da un gigantesco letto circolare in una camera da letto del suo appartamento di Chicago.

Ma queste erano eccezioni alla regola generale. Nel corso del Diciannovesimo e del Ventesimo secolo, progetti di uffici sempre più specializzati dalle torri degli uffici di Chicago e New York ai campus aziendali suburbani del dopoguerra hanno rafforzato la distinzione tra i luoghi di lavoro e la casa.

Come il management ha influenzato la concezione dell’ufficio

Forse non lo sai, ma nel Novecento, molte teorie di management hanno avuto un profondo impatto sulla concezione dell’ufficio. Come ha scritto Gideon Haigh in The Office: A Hardworking History ,

l’ufficio era un’attività molto prima che con questo termine si designasse una stanza di lavoro

D’altro canto, il lavoro è stato modellato dalle aspettative sociali e culturali ancor prima della nascita dell’ufficio moderno. I monasteri, per esempio, introdussero il cronometraggio, che impose una rigida disciplina sulla routine quotidiana dei monaci.

L’ufficio come una fabbrica

Più tardi, i teorici moderni hanno inteso l’ufficio come un ambiente simile a una fabbrica. Ispirato agli studi di Frank Gilbreth sui movimenti dei muratori e ai Principi di gestione scientifica di Fredrick Taylor , il libro di William Henry Leffingwell del 1917, Scientific Office Management , descrive il lavoro come una serie di compiti che possono essere razionalizzati, standardizzati e calcolati scientificamente in un regime di produzione efficiente. Anche le sue concessioni all’ambiente dell’ufficio, come i fiori, erano destinate ad aumentare la produttività.

Perché l’ufficio è importante

La ricerca antropologica su come interagiamo gli uni con gli altri e su come la vicinanza fisica aumenta le interazioni evidenzia l’importanza di stare insieme in uno spazio fisico. L’ufficio è un fattore importante sul piano della collaborazione e della pianificazione.

In epoca contemporanea, i confini dell’ufficio sono in continuo mutamento.  Ad esempio, i recenti  chip party  festeggiano i dipendenti che si fanno inserire sotto pelle un impianto di identificazione a radiofrequenza, che consente ai datori di lavoro di monitorare i propri dipendenti. In futuro, l’ufficio potrebbe essere incorporato nella nostra pelle.

Anche se tutto questo ti suonerà strano o anomalo, ricorda che l’idea di lavorare in piccoli cubicoli isolati risale a un artigiano del XV secolo.

L’ufficio del futuro potrà essere familiare come a casa , o persino il tavolo della cucina del nostro vicino , ma solo il tempo può dirlo! E, come la stanza di lavoro, è in continua evoluzione l‘arredo per ufficio!

 

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